In accordo ad una ricerca condotta dal sito statunitense InfoWorld, le aziende che acquistano piattaforme Windows-based per il loro business, equipaggiate dal PC maker con il Sistema Operativo Windows Vista, richiedono - ben 35 volte su 100 - il downgrade verso Windows XP, avvalendosi di una clausola nella licenza d'suo pensata dalla stessa Microsoft che sviluppa sia Vista che XP.
Comparazione tra i sistemi che usano Vista e quelli oggetto di downgrade
In altri casi, meno frequenti, sono le stesse enterprise a effettuare la formattazione del disco rigido, contenente Windows Vista, con la conseguente configurazione di Windows Server 2003 o 2008.
E' chiaro che questa tendenza delinea due scenari ben distinti: da un lato, nel segmento del mercato di cui sopra, continuano a crescere le vendite di Windows Vista, poichè componente software facente parte del bundle che costituisce ogni nuovo PC, anche se in realtà l'OS non è poi realmente utilizzato dall'utente. Dal'altro, Windows XP continua a "popolare" le nuove piattaforme hardware, almeno in ambito business, pur avendo Microsoft posto ufficialmente fine alle vendite di XP, se non in abbinamento ad un ristretto numero di sistemi mobile come i netbook, lo scorso 30 Giugno.
A margine della notizia è comunque opportuno sottolineare che le informazioni di reportistica presentate in questa sede non provengono da Microsoft ed in quanto tali non hanno evidentemente il crisma dell'ufficialità. Tuttavia, la situazione delineata dalla fonte è senz'altro plausibile, ove si consideri che in ambito aziendale, a differenza di quello consumer, rappresenta un fattore di primaria importanza utilizzare una piattaforma ampiamente compatibile con le applicazioni di business già acquistate, per le quali non è sempre disponibile l'upgrade per Vista o, in maniera equivalente, nella organizzazione può sussistere una politica di manutenzione del software la quale non prevede variazioni della configurazione del software in uso.
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