Il sito Tom's Hardware ha effettuato dei test approfonditi su vari dischi a stato solido (SSD) e li ha comparati con alcuni dischi tradizionali.
Da questi test è emerso che i dischi a stato solido consumano mediamente più energia rispetto ai dischi tradizionali, smentendo una delle convinzioni più accreditate riguardo ai dischi SSD.
Questi risultati si possono spiegare pensando al tipo di utilizzo a cui il disco è sottoposto:
I dischi tradizionali hanno un consumo massimo superiore rispetto ai SSD, ma questo massimo viene raggiunto solo nel caso di lettura/scrittura di dati sparsi sul disco (caso ben poco probabile); in caso di dati distribuiti sequenzialmente l'energia necessaria alla lettura/scrittura è praticametne la stessa dello stato idle
I dischi SSD invece quando effettuano operazioni di I/O hanno un consumo costante pari al consumo massimo, a causa della loro struttura Random Access che non si avvantaggia della distribuzione dei dati su disco.
Un'altra spiegazione a questo risultato può essere l'immaturità della tecnologia SSD, che obbliga i produttori a concentrarsi sul miglioramento delle performance e dell'affidabilità dei dischi, ignorando l'ottimizzazione dei consumi.
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