Milano, 15 gennaio 2008 - Cari Utenti, nonostante il successo di
OpenOffice.org, molti non ci conoscono a sufficienza, così come non conoscono
il software libero e i formati aperti, che in qualche caso identificano con
argomenti riservati solo a chi ha dimestichezza con la tecnologia. Nel 2008,
vorremmo sfatare qualche mito.
Cominciamo con OpenOffice.org. Vorremmo che tutti coloro che lo paragonano a una
vecchia versione di Office provassero a installare la nuova versione per avere
un'idea precisa delle caratteristiche e delle funzionalità del programma. Nel
corso del 2007 il numero degli italiani che hanno scaricato OOo è stato
superiore - poco o tanto, a seconda dell'interpretazione delle cifre - al numero
di coloro che hanno acquistato una licenza di Office 2007.
Nel caso del software libero, il download equivale all'acquisto di una licenza
di un software proprietario. Infatti, per tutti coloro che scaricano il software
e poi non lo utilizzano ci sono tutti quelli che - soprattutto aziende -
effettuano più installazioni da un unico download.
E' difficile pensare che tutte queste persone - quasi 1.800.000, ovvero gli
abitanti di una città come Milano - abbiano installato OpenOffice.org solo
perché è gratis. Probabilmente, qualcuno lo ha fatto per essere in regola con
le licenze, qualcuno per la possibilità di esportare in formato PDF, qualcuno
per le funzionalità legate alla gestione dei documenti di grandi dimensioni,
qualcuno per poter lavorare in modo indipendente dal sistema operativo. I motivi
sono tanti, e tutti validi.
Certo, la base installata di Office continua a essere più ampia (non potrebbe
essere altrimenti, visti gli anni di presenza sul mercato dei due prodotti), ma
nel 2007 la forbice ha incominciato a restringersi. OpenOffice.org è la prima
suite che riesce a conquistare una quota importante del mercato, nonostante il
fenomeno delle copie, che in passato ha aiutato Microsoft a bloccare la crescita
dei concorrenti.
Veniamo al software libero. Qui i miti da sfatare sono molti, ma a noi
basterebbe che gli utenti cominciassero ad analizzare i due temi della qualità
del software e del supporto tecnico, visto che ci sono problemi di sicurezza di
Office 2003 che non sono stati risolti a distanza di anni, mentre quelli di
OpenOffice.org sono stati tutti chiusi nel giro di poche settimane.
Naturalmente, non siamo noi a dirlo, ma un sito indipendente: http://www.secunia.com.
Passiamo al tema dei formati, che molti - fino al recente aggiornamento di
Office 2003, che ha eliminato in modo intenzionale il supporto di 26 tipi di
documento - pensavano fosse un altro chiodo fiss. Forse,
l'affermazione secondo la quale il contenuto dei documenti creati o modificati
con Office è nelle mani di Microsoft e non dei legittimi proprietari oggi ha un
altro significato, e non solo per noi. Anche su questo tema, vorremmo che gli
utenti fossero un po' più attenti.
Anche perché, se qualcuno non lo ha ancora capito, questo è solo un anticipo
di quello che potrebbe succedere se il formato Microsoft OOXML venisse approvato
nella forma attuale, visto che la compatibilità con i vecchi formati viene
realizzata in modo tale - inserimento all'interno di una busta XML,
senza pubblicazione delle specifiche - da consentire in qualsiasi momento
(ipotizziamo, con il primo service pack di Office 2007) un'operazione analoga a
quella appena effettuata per Office 2003.
Concludiamo con l'Associazione PLIO, che ha lo status di ONLUS ed è formata da
volontari che per l'attività relativa a OpenOffice.org utilizzano il proprio
tempo libero. Crediamo sia importante ricordare che OOo può essere usato nella
lingua madre dal 95% della popolazione mondiale e dal 100% di quella africana,
per cui è anche uno strumento che aiuta a ridurre il digital divide.
Abbiamo lavorato in silenzio per diversi anni, impegnandoci a favore della
libertà del software, per offrire agli utenti un'alternativa percorribile
nell'area delle suite per ufficio. Nel 2008 cercheremo di essere più attenti a
tutte le situazioni in cui questo principio viene disatteso (avete letto questo
articolo di Punto Informatico - http://punto-informatico.it/p.aspx?i=2127784
- che spiega cos'è successo a Napoli, dove - tra l'altro - Microsoft ha
legalizzat la copia di Office a uso privato da parte dei dipendenti
comunali?).
E' anche per questo motivo che abbiamo deciso di promuovere e sottoscrivere una
Lettera Aperta al Ministro Luigi Nicolais e al Sottosegretario Beatrice Magnolfi
sui progetti per la società dell'informazione, che è stata pubblicata - tra
gli altri - da Punto Informatico: http://punto-informatico.it/p.aspx?i=2154452.
Un'altra iniziativa che sottolinea la grande importanza del software libero per
l'innovazione del sistema Italia, e cerca di fare chiarezza sui fondi stanziati
per questo specifico obiettivo.
Cordiali saluti a tutti.
Italo Vignoli
Responsabile Marketing e Comunicazione
Associazione PLIO (Progetto Linguistico Italiano OpenOffice.org)
Source: PLIO Press Release Links
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