La domanda per le motherboard relativamente ai mercati europeo e cinese, e all'anno corrente, non è stata finora brillante e stime, provenienti dai fornitori di componenti che operano sul territorio taiwanese, delineano uno scenario di regressione nel quale nessuno dei produttori di primo piano riuscirà a centrare, in termini di volumi commercializzati, gli obiettivi di inizio anno.
Si trovano in una simile situazione non soltanto Micro-Star International (MSI), Elitegroup Computer Systems (ECS) e Biostar, ma anche i due storici giganti che numericamente dominano da annu il comparto delle motherboard, ovvero Asustek Computer e Gigabyte Technology.
Entrambe le organizzazioni puntavano, a inizio anno, a introdurre sul mercato circa 20 milioni di motherboard: oggi questo target appare quantomeno velleitario, dal momento che si stima che i volumi commercializzati sia da Asustek che da Gigabyte nella prima parte del 2015 non superino i 9 milioni.
Alla base della debolezza, se non della crisi, del settore delle schede madri vi è certamente la contrazione della domanda dei PC a causa della terribile concorrenza esercitata non soltanto dai tablet ma anche dagli smartphone.
Alcuni board maker hanno deciso di salvaguardare il fatturato complessivo esplorando settori alternativi: MSI, ad esempio, sta spingendo con forza il business legato ai notebook per il gaming, mentre ASRock sta sviluppando prodotti per il mercato dei server IPC (Inter Process Communication).
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